Con Claudio Tabacco e le Pagine FB Cronache Ribelli e Cannibali e Re: sinassario e martirologio da 25 /07/2022 al 31/07/2022
Domenica 31 Luglio 2022 Oggi facciamo Memoria di un vivo il sub-comandante Marcos che con i nativi lotta per i diritti dei nativi in Messico, nel Chapas.
Sabato 30 Luglio 2022 Oggi facciamo Memoria di Padre Paolo dell'Oglio fondatore del monastero di Deir Mar Musa, luogo di costruzione di ponti tra le tre religioni monoteiste e di riconciliazione, duro oppositore del regime di Assad, espulso dalla Siria, vi rientra per mediare la liberazione di un confratello. Viene rapito nove anni or sono. Nove anni di silenzio sulla sua sorte
Venerdi 29 Liglio 2022Oggi facciamo Memoria di Gaetano Bresci che uccise il re Umberto I di Savoia che decorò con il Collare dell'Annunziata il generale Bava Beccaris che fece sparare con i cannoni contro i milanesi che chiedevano pane. "io non ho ucciso Umberto io ho ucciso il Re" dichiarò Bresci al processo.
Fin dal momento dell'arresto Bresci dichiarò di professare principi anarchici rivoluzionari e di aver fatto parte, a Patterson, negli Stati Uniti, dove ufficialmente era impiegato in una industria tessile, di un circolo anarchico che pubblicava il periodico La questione sociale. Egli, tuttavia, sostenne che il progetto di uccidere Umberto I era stato una sua iniziativa, pertanto nessun altro anarchico fu chiamato in causa. Trasferito nel penitenziario di Santo Stefano a Ventotene, la mattina del 22 maggio 1901, dopo dieci mesi di reclusione, Gaetano Bresci fu rinvenuto morto. Attorno al collo aveva un nodo scorsoio, fatto con un asciugamano.Fu suicidato.
Giovedi 28 Luglio 2022 Oggi facciamo Memoria di un gruppo di quattro anarchici italiani che rapirono il vice console a Milano della Spagna fascista per impedire che alcuni giovanissimi anarchici spagnoli venissero garrotati
DOPO LA CADUTA DI MUSSOLINI CHIEDEVANO LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI. ERANO POLITICI, STUDENTI, INSEGNANTI E LAVORATORI: VENNERO FALCIATI DA REGIO ESERCITO, CARABINIERI E FASCISTI NELL’ECCIDIO DI BARI.
Nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 Benito Mussolini veniva sfiduciato dal Gran Consiglio del fascismo. La mattina seguente il Duce si recava nell’allora Villa Savoia per un colloquio con il Re il quale, alla fine dell’incontro, lo faceva arrestare da un manipolo di carabinieri.
Alla notizia della caduta di Mussolini migliaia di persone scesero in strada per festeggiare la fine del regime, chiedere l’armistizio e la liberazione dei prigionieri politici.
A Bari, il 28 luglio, un nutrito gruppo di cittadini (almeno 200) composto soprattutto da studenti e insegnanti ma anche da operai e apprendisti, si diresse verso il carcere cittadino per assistere alla liberazione dei detenuti politici antifascisti, di cui si vociferava fin dal 25 luglio. Mossi anche da alcuni titoli di giornale - “Escono, escono oggi!” titolava la Gazzetta del Mezzogiorno - intorno alle 13 i manifestanti partirono in corteo. Raggiunta via dell’Arca, sede provinciale del Partito Fascista, trovarono la strada sbarrata da esercito e carabinieri che presidiavano la zona.
Il corteo, totalmente pacifico, che vedeva al suo interno ragazzini e maestri elementari, venne raggiunto da alcuni colpi di armi da fuoco provenienti dalle finestre della federazione fascista. Seguì il fuoco, prima dei militari e poi dei carabinieri presenti. Ma invece che sparare verso le finestre della sede del PNF, i proiettili vennero indirizzati verso i manifestanti.
Si sparò ripetutamente, decine di colpi da varie armi. Rimasero a terra 20 persone, mentre i feriti furono 38. Molti furono colpiti alle spalle mentre fuggivano.
Nei giorni seguenti numerosi manifestanti sopravvissuti e altri antifascisti cittadini vennero cercati ed arrestati. Seguì un’indagine della procura che scagionò i manifestanti da ogni responsabilità, ma non perseguì né i militari né i fascisti per l’accaduto, incolpando dei “tragici eventi” l’incuria di un sergente, Domenico Carbonara, appartenente al battaglione San Marco, che per primo avrebbe sparato verso i manifestanti. Fatto che egli ha negato decisamente per il resto della propria vita.
Anche nel dopoguerra a lungo la strage rimase celata da quegli apparati repressivi dello stato che erano sopravvissuti alla caduta del fascismo, ma che da molti punti di vista erano in continuità storica con il regime. Solo più recentemente, con la soppressione del segreto di Stato, sugli eventi di Bari si è confermata una verità che sul piano storico era già nota. Si trattò di una strage immotivata, perpetrata nel clima di repressione che il governo Badoglio aveva instaurato proprio in quei giorni.
Mercoledi 27 Luglio2022 OGGI RICORDIAMO IL PARTIGIANO RENZO CATTANEO, NOME DI BATTAGLIA "FALCO", FUCILATO A 16 ANNI DAI NAZIFASCISTI A MONCALIERI IL 27 LUGLIO 1944
Oggi facciamo Memoria di don Francesco Babini, antifascista, partigiano, fucilato a Pievequinta dalle brigate nere)
LA STORIA DI ANASTASIA BITSENKO, CHE UCCISE IL MACELLAIO DI SARATOV, IL MINISTRO SAKHAROV, CHE AVEVA REPRESSO NEL SANGUE LE RIVENDICAZIONI CONTADINE
Martedi 26 Luglio 2022 GERDA TARO: L’AMORE, LA PASSIONE, IL CORAGGIO DI UNA FOTOREPORTER STRAORDINARIA, MORTA IL 26 LUGLIO 1937
Gerda si tiene le viscere tra le mani. Le restano poche ore di vita.
I medici delle Brigate Internazionali le hanno provate tutte per salvarla.
La Taro, per tutti i combattenti nelle file della Repubblica Spagnola, è molto più di una fotoreporter di guerra. È molto più della compagna di Robert Capa. Per loro è Gerda, un’amica, una sorella, una parola rincuorante, un urlo che li incita ad assaltare le linee nemiche, una voce muta che racconta il coraggio di chi sta sempre in prima linea. Perché solo lei, che corre in mezzo alle pallottole dei franchisti, che sfida le mitragliate radenti degli aeroplani tedeschi, che non teme i colpi di mortaio e le bombe a mano può capire cosa significa combattere sul fronte spagnolo. Un fronte che, come la storia avrebbe presto dimostrato, sfondava i confini della penisola iberica.
E con tutti quelli che stanno in prima linea, Gerda condivide il rischio di una morte precoce.
Ha appena ventisette anni quando lascia questa terra. Andandosene esattamente come aveva vissuto: con coraggio e lucidità.
Oggi facciamo Memoria di Fernando Puig Antich attivista anarchico di ventitré anni, fu l'ultimo ad essere assassinato dallo Stato Spagnolo con la garrota. Il suo omicidio legale avvenne tra gli sghignazzi della Guardia Civil nel deposito delle scope del carcere.)
Fernando Puig Antich (Barcellona, 30 maggio 1948 – Barcellona, 2 marzo 1974),
https://www.facebook.com/photo/?fbid=1904686513260914&set=a.546949269034652
A PARTIRE DAL 26 LUGLIO 1950, DURANTE LA GUERRA DI COREA, I SOLDATI USA MASSACRARONO IMPUNEMENTE CENTINAIA DI CIVILI SUDCOREANI CON ARMI DA FUOCO E BOMBARDAMENTI DI ARTIGLIERIA E AEREI. IL MASSACRO DI NO GUN RI È RIMASTO SCONOSCIUTO SINO ALLA FINE DEGLI ANNI '90
Lunedi 25 Luglio 2022. Oggi facciamo Memoria della Pastasciutta antifascista della Famiglia Cervi. Il fascismo considerò la pastasciutta poco virile e simbolo del mammismo. Quando il 25 Luglio 1943 cadde il regime la famiglia Cervi offrì a tutto il paese una pastasciutta in piazza. Inizia così la tragica epopea della Famiglia Cervi.
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