Orizzonti di una spiritualità post-religiosa. Un saggio
Viviamo un tempo di trasformazioni sociali profonde che riguardano molti campi: la vita di ogni giorno, la sfera sociale e politica, quella religiosa. Parte da questo orizzonte il saggio Misticopolitica (effigi ed.), con cui Federico Battisutta indaga le ragioni e le prospettive di una spiritualità post-religiosa. Nel capitolo – di cui pubblichiamo alcuni stralci – dedicato all’emersione di alcuni movimenti sociali (Occupy, indignados, Black Lives Matter, NiUnaMenos, Fridays for future…), tra l’altro, si legge: “Questi movimenti costituiscono un possibile ponte per la misticopolitica, non solo per i tratti orizzontali ed extraistituzionali che presentano, ma cogliendo gli elementi che potremmo definire potenzialmente estatici – l’uscire dai confini dell’io-pelle – che queste pratiche politiche mettono in atto…”
https://comune-info.net/quellintreccio-tra-politica-e-spiritualita/
Misticopolitica
Orizzonti della spiritualità post-religiosa
Un noto filosofo del Novecento affermava che i limiti del proprio linguaggio indicano i limiti del proprio mondo. Introdurre un neologismo – in questo caso “misticopolitica” – significa allora scandagliare quell’arcipelago di pensieri e pratiche emergenti nella società alla ricerca di un ampiamento di orizzonte, oltre i consueti confini, oltre le forme di rappresentazione e di mediazione tradizionali presenti sia nel mondo religioso che in quello politico. Un libro quanto mai necessario, in cui si intrecciano saperi provenienti da diversi campi delle scienze umane. In altre parole: l’interfaccia tra mistica e politica, ciò di cui si parla in questo breve saggio, solleva questioni cruciali riguardanti il bisogno attuale di un profondo ripensamento sia della spiritualità che della politica.
http://www.cpadver-effigi.com/blog/misticopolitica-federico-battistutta/
Una citazione dal testo
[…] L’esperienza mistica, che è un fuoriuscire dai confini abituali tra un soggetto conoscente e un oggetto conosciuto, una volta accaduta, anziché essere un luogo di rifugio, magari da custodire gelosamente, può al contrario costituire una ricchezza da condividere, l’emergere di una nuova cosmovisione che apre a una diversa qualità del sentire. Si tratta della messa in campo di una differente rete di relazioni fra sé, la propria e le altre specie, l’ecosistema e il pianeta in cui viviamo, fino a sentirsi parte viva e attiva di un grande organismo vivente; un campo in cui il mitico e lo scientifico, il politico e il religioso si contaminano. […]
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