Claudio Tabacco "Il Nemico non è Nietzsche il Nemico è chi in Nietzsche vede il Nemico".

Nietzsche e il cavallo: inizio della follia - La Mente è Meravigliosa

Il Nemico non è Nietzsche, il Nemico è il Neo-Liberismo.
Il pensiero tragico del barelliere sotto le mura di Metz è l'Ultimo ed Estremo grido profetico che sorge dall'Occidente. LaTerra del Tramonto da cui sorse e la cui anima notturna fu la Tragedia declina definitivamente in una notte senza luna, senza sogni, senza incubi, senza dei, senza angeli, senza demoni dominata da un nichilismo inconsapevole: il Consumo fine a sé stesso. Tutto è nel consumo, tutto è per il consumo, nulla contro il consumo recita la mistica totalitaria del neo-liberismo. In una siffatta notte torbida appiccicosa come marmellata, vuota di ogni elemento che elevi o sprofondi l'Umano il pensiero "folle" di Nietzsche è peggio che una bestemmia perché richiama ad un Umanesimo Radicale Violento Tragico. Guarda tale iperboreo pensiero al Valentino di Machiavelli per delineare il Trans-Umano: libero perché liberato da ogni morale, in primis dalla "molle" morale cristiana degli schiavi. Perché il Cristianesimo fu "morale di schiavi" non genio di liberatori ed in questo è la mostruosa crocefissione del suo Profeta non nella croce a cui fu appeso, l'orrore di quel disastro è nella morale da schiavi costruita su quella portentosa rivolta. Certo il bottegaio in orbace che si occulta in ogni dire è pensare e financo respirare del borghese quella rivolta contro il Cielo e contro la Storia del Potere non può comprenderla. Ogni sua certezza, in tale tragica rivolta, è demolita con la picca e con la mazza, con la sferza e con la spada che diviene penna. Ogni valore, il borghese come il funzionario grigio dei boards finanziari ha sempre in bocca la parola del commercio: valore, scala valoriale, valori non negoziabili (che ridicola e scoerente espressione se è un valore è per sua intima natura a partire dal significato letterale negoziabile). Mai sentirete su quelle bocche aduse ad ogni turpitudine, su quegli orifizi ingordi di ogni lascivo compromesso, termini iperborei come Idea, Ideali. Idee ed Ideali non appartengono all'umano schiavo del sistema ma al funambolo che è ponte tra la bestia e ciò che è aldilà dell'Umano. Quando il Funambolo cade non può essere sostituito da un altro funambolo che riprenda dal punto del suo morire. Solo può essere sepolto nell'albero cavo ed occorrerà che molte stagioni e molti epici inverni e troppe lune trascorrano prima che un nuovo eroe si avventuri sulla fune che unisce la bestia al trans-umano. Può addirittura accadere che mutino le costellazioni in cielo e la vecchia terra si disfaccia e si ricomponga più e più volte prima che un Funambolo compaia. Ed è questo l'Eterno Ritorno dell'Eguale. Per cogliere questa disperazione del pensiero occorre avere cuori lacerati da idee grandiose, notti spaventose e spiriti che anelano l'Oltre e corpi spudorati che nudi si rincorrono in mezzo alla Città. Occorre abbracciare un cavallo schiantato dalla frusta e baciarlo con passione sulla bocca che agonizza e spasmodica cerca l'aria e vedere in quel corpo di malora il Corpo di Malora esposto sul Pretorio.
Il Nemico non è Nietzsche il Nemico è chi in Nietzsche vede il Nemico.

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