Claudio Tabacco-- antologia di alcuni dei suoi SERMONI PARTIGIANI -gli incipit






Il problema del linguaggio è al centro di tutte le lotte per l’abolizione o il mantenimento dell’alienazione presente; inseparabile dall’insieme del terreno di queste lotte. Viviamo nel linguaggio come nell’aria viziata. Contrariamente a ciò che pensano le persone di spirito, le parole non giocano. Non fanno l’amore, come credeva Bretón, salvo che in sogno. Le parole lavorano, per conto dell’organizzazione dominante della vita.

Internazionale Situazionista. 1958-69 


Si dice che noi viviamo in una società libera perché abbiamo un certo numero di diritti costituzionalmente garantiti. Ma questi non sono importanti come sembra. Il grado di libertà personale che esiste in una società è determinato più dalla struttura economica e tecnologica che dalle sue leggi o dalla sua forma di governo.

Fra i nostri diritti costituzionali consideriamo, per esempio, quello della libertà di stampa. Noi certamente non vogliamo colpire quel diritto; è uno strumento molto importante per limitare la concentrazione del potere politico e tenerlo sotto controllo esponendo pubblicamente qualsiasi comportamento scorretto. Ma la libertà è di poca utilità per il cittadino medio come individuo. I mass media sono per la maggior parte sotto il controllo di grandi organizzazioni integrate nel sistema. Qualsiasi persona, con pochi soldi, può pubblicare uno scritto o distribuirlo su Internet o simili, ma quello che egli avrà da dire sarà travolto da una enorme quantità di materiale prodotto dai media, quindi non avrà alcun effetto pratico.

L'industria dell'intrattenimento serve come importante strumento psicologico del sistema persino quando scodella grandi quantità di sesso e violenza. L'intrattenimento fornisce all'uomo moderno mezzi indispensabili di fuga. Assorbito dalla televisione, video ecc., egli può dimenticare lo stress, l'ansia, la frustrazione, l'insoddisfazione. Molte persone "non civilizzate" quando non devono lavorare sono contente di sedere per ore non facendo nulla perché sono in pace con sé stesse e con il mondo. Ma la maggior parte delle persone moderne devono essere costantemente occupate o intrattenute sennò si "annoiano", diventano inquiete, agitate, irritabili.

Il sistema è attualmente impegnato in una lotta disperata per superare certi problemi che minacciano la sua sopravvivenza e i problemi del comportamento umano sono i più importanti. Se il sistema riesce ad acquisire in fretta un sufficiente controllo sul comportamento umano probabilmente sopravviverà. Altrimenti crollerà. Noi pensiamo che la questione sarà probabilmente risolta entro i prossimi decenni, diciamo da 40 a 100 anni.

Theodore John Kaczynski (1942-2023) La società industriale e il suo futuro


Siamo la ciurma anemica d'una galera infame

Su cui ratta la morte miete per lenta fame

Mai orizzonti limpidi schiude la nostra aurora

E sulla tolda squallida urla la scolta og'nora

I nostri dì si involano fra fetide carene

Siam magri, smunti, schiavi, stretti in ferro catene

Sorge sul mar la luna, ruotan le stelle in cielo

Ma sulle nostre luci steso è un funereo velo

Torme di schiavi adusti, chini a gemer sul remo

Spezziam queste carene o chini a remar morremo

Cos'è gementi schiavi questo remar, remare?

Meglio morir tra i flutti sul biancheggiar del mare 

(il Galeone canto anarchico) 



3. Gesù disse, “Se i vostri capi vi diranno, ‘Vedete, il Regno è nei cieli’, allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, ‘È nei mari’, allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi.

Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa.” 

(Vangelo di Tommaso) 


DI ME AMATE IL RIFLESSO.

Un'abitudine misteriosa, quasi una forza, postumo di una vita precedente.

Un'abitudine misteriosa, quasi una

forza, postumo di una vita

precedente.

Di me, amate il riflesso,

quella memoria che sale dalle cose

che tocco.

Godete dei luoghi che ho abbandonato,

senza cercare di raggiungermi.

Alcuni di voi mi hanno insidiato, teso

trappole, atteso al varco.

Quelli che son giunti ai miei occhi,

per il tempo loro concesso, han

provato stupore della mia carne

vera, ma cosa avevano davanti se non

la boa che segnala il continente

sommerso, e le sue fosse e le

cime invisibili sotto il pelo

dell'acqua?

Andrea Pazienza, Zanardi, l'inesistente


“Non posso pensare che siamo inutili o che Dio non ci abbia creati. C'è un solo dio che guarda giù su noi tutti. Noi siamo i figli di un unico dio. Il sole, il buio, il vento, stanno ascoltando che cosa abbiamo da dire.”

Geronimo nato il 16giugno 1829


Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

Di tanti

che mi corrispondevano

non è rimasto

neppure tanto

Ma nel cuore

nessuna croce manca

È il mio cuore

il paese più straziato

San Martino del Carso, di Ungaretti


SE VOLETE UN SEGNO
Se volete un segno che un uomo cresce bene, nel senso di essere cristiano - ma anche senza esserlo - nel senso della società, della civiltà - comunque parlando in ambienti cristiani,
se volete vedere come un uomo vive, come una comunità vive, come la Chiesa vive, guardate subito la sua pietà.
Se la pietà è vera, anche la vita di quell'uomo è vera; la vita di quella comunità è vera, di quella chiesa è vera.
Se è sbagliata la pietà, è sbagliato tutto.
Anzi, se è sbagliata la pietà, è sbagliata tutta la società, una civiltà, perché la pietà è un valore che appartiene a tutti, anche a quelli che dicono di non credere, che credono di non credere. La pietà è comunione, compassione, partecipazione; la pietà è rispetto, è venerazione, è culto. Pietà è dedizione.
Tanto è vero che nella parabola del Samaritano è lo stesso termine "pietà" ad indicare i rapporti con Dio e i rapporti con l'uomo. Dice: "quando passava, il Samaritano vide e si mosse a pietà." (Lc 10, 25-37) Il criterio più vero per "giudicare" una civiltà, una società, un uomo, una vita, è la pietà. Fin quando la "lex orandi" non diventa la "lex vivendi" state pur certi che c' è qualcosa che non funziona.

David Maria Turoldo
(Il fuoco di Elia profeta)


Il nostro diventare adulti ci conduce a riconoscere in modo più veritiero la nostra condizione davanti a Dio. Dio ci dà a conoscere che dobbiamo vivere come uomini capaci di far fronte alla vita senza Dio. Il Dio che è con noi è il Dio che ci abbandona. Il Dio che ci lascia vivere nel mondo senza l’ipotesi operante di Dio è il Dio davanti al quale permanentemente stiamo. Di fronte a Dio e con Dio viviamo senza Dio. […] Dio è debole e senza potere nel mondo e questa è esattamente la via, la sola via, nella quale Egli è con noi e ci aiuta.
Dietrich Bonhoeffer.




Commenti

Post popolari in questo blog

Bettino Craxi. Saggio su Proudhon

Sergio Quinzio ....Mysterium iniquitatis Le encicliche dell’ultimo papa

Opere di Costanzo Preve | 1